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Assistenza sanitaria territoriale, emergenza-urgenza, personale sanitario. Le Comunicazioni del Ministro Schillaci in Senato
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Assistenza sanitaria territoriale, emergenza-urgenza, personale sanitario. Le Comunicazioni del Ministro Schillaci in Senato

Martedì 17 settembre u.s., in Commissione Sanità e Lavoro del Senato, si sono svolte le comunicazioni del Ministro della Salute, Orazio Schillaci, sulle tematiche afferenti ad assistenza sanitaria territoriale, emergenza-urgenza, nonché sui recenti episodi di violenza ai danni del personale sanitario. 

Martedì 17 settembre u.s., in Commissione Sanità e Lavoro del Senato, si sono svolte le comunicazioni del Ministro della Salute, Orazio Schillaci, sulle tematiche afferenti ad assistenza sanitaria territoriale, emergenza-urgenza, nonché sui recenti episodi di violenza ai danni del personale sanitario. 
 
Di seguito una sintesi delle principali dichiarazioni del Ministro:
  • Medicina territoriale – Già nella Legge di Bilancio per il 2024 il Ministero si è impegnato ad elaborare due Disegni di Legge collegati finalizzati al potenziamento dell’assistenza territoriale e ospedaliera nonché alla riforma delle professioni sanitarie che, con il supporto del Parlamento e delle Commissioni competenti, si intende definire e portare all’approvazione quanto prima. Con particolare riferimento alla riforma dell’assistenza ospedaliera e territoriale, presso il Ministero della Salute è stato costituito un apposito tavolo di studio che ha ultimato il proprio lavoro di ricognizione delle criticità del DM 70 e del DM 77. Le risultanze dell’indagine costituiscono la base per l'elaborazione del Disegno di Legge programmato. A tal proposito, occorre partire dalla consapevolezza che la visione tipicamente ospedalocentrica del nostro paese ha ostacolato lo sviluppo della medicina territoriale e i limiti di questa impostazione sono emersi durante la pandemia. L’assistenza sanitaria territoriale è fondamentale. Bisogna inoltre ricordare che negli anni il numero di posti letto disponibili è andato diminuendo. Siamo in una fase di criticità. In questa ottica bisogna pensare ad una riforma della medicina territoriale che valorizzi il lavoro svolto dai Medici di base e dai Medici di Medicina Generale (MMG). Oggi, nessuna riforma può avere speranza se non si rivede il ruolo dei medici delle cure primarie che sono fondamentali e rappresentano la prima garanzia di assistenza sanitaria dei cittadini. Queste figure devono dare un contributo effettivo nell’ambito del Servizio Sanitario Regionale e questo deve avvenire all’interno delle strutture deputate ad assicurare la medicina territoriale. Senza entrare nella tipologia del contratto, si ritiene indispensabile che i MMG lavorino un determinato numero di ore e assicurino il loro lavoro all’interno delle Case della Comunità. Questo è un punto fondamentale per garantire l’efficacia di una qualsiasi riforma dell’assistenza territoriale nell’ottica di una sanità migliore e più vicina ai cittadini. Su questo dato, si ribadisce che sono rispettati tutti gli obiettivi nei tempi previsti per assicurare entro il 2026 la piena operatività delle Case e Ospedali della Comunità e, già entro la fine del 2024, la piena operatività delle Centrali territoriali. Entro la fine del 2024, il 100% delle COT saranno pienamente funzionanti. I benefici derivanti dall’assistenza territoriale si ripercuoteranno sull’assistenza ospedaliera soprattutto in merito alla decongestione dei Pronto Soccorso.
  • Emergenza-urgenza – La medicina dell’emergenza-urgenza costituisce uno degli ambiti in cui si sono concentrati gli interventi normativi degli ultimi anni e che continua ad essere oggetto di attenzione da parte del Ministero. Il principale aspetto critico del settore è la carenza di personale. Il problema deriva dal fatto che ci sono state troppe manovre di contenimento della spesa, previsione di vincoli assunzionali, etc. che hanno portato inevitabilmente ad un forte deterioramento delle condizioni di lavoro. Questo ha reso il SSN sempre meno attrattivo e in tante regioni c’è una scarsa partecipazione alle procedure concorsuali. A tal proposito, nel DL Liste di attesa, il Governo per la prima volta ha affrontato il tema del superamento del tetto di spesa per l’assunzione del personale del SSN. Non va trascurato che la pandemia ha contribuito ad accentuare il fenomeno dell’abbandono e della cessazione dei rapporti di lavoro per cause diverse dal pensionamento. Soprattutto per i servizi sanitari caratterizzati da condizioni di lavoro disagiate, si preferiscono forme di ingaggio atipico o si sceglie di lavorare nel settore privato anche per le remunerazioni più elevate. Si stima che oggi manchino circa 4500 medici oltre 10000 infermieri a livello nazionale. Questo ha portato al ricorso ai gettonisti che hanno operato con effetti deleteri sul sistema. Per far fronte a questo esodo, già nel 2023 si è intervenuto con il DL Bollette per arginare il problema.
    Eliminare i medici gettonisti dal SSN è l’unico modo per fare in modo che i medici rientrino all’interno del SSN con condizioni diverse e più giuste. In attuazione dell’articolo 10, comma 3, del DL Bollette, è stato costituito presso il Ministero della Salute un gruppo di lavoro che ha definito le linee guida recanti “specifiche tecniche, prezzi di riferimento e gli standard di qualità dei servizi medici ed infermieristici oggetto degli affidamenti” che sono state adottate con apposito Decreto ministeriale. Sul rapporto ANAC del 15 febbraio 2024 risulta che a settembre 2023 l’Autorità ha avviato un’analisi sugli affidamenti pubblici concernenti il servizio di fornitura di personale medico e infermieristico al fine di verificare la diffusione del fenomeno dei gettonisti. Un’analisi dei contratti di adesione può fornire una misura più verosimile della spesa sostenuta dalle stazioni appaltanti. Con riferimento al personale medico, si evince che tra il 2019 e il 2022 il fenomeno dei gettonisti è esploso.
  • Carenza di personale nei PS – La scarsa attrattività della specialità di emergenza-urgenza non è la sola, anche la radioterapia e l’anatomia patologica risentono di questa scarsa attrattività. Per quanto riguarda la valorizzazione del personale della dirigenza medica del comparto operante in PS, l’art. 1 comma 526, della Legge 29 dicembre 2022 n. 197 ha incrementato di 200 milioni l’indennità specifica istituita dalla Legge di Bilancio per l’anno 2022. Con il DL Bollette, si è intervenuti sull’indennità di PS. In sede di conversione del DL Milleproroghe, sono state prorogate le disposizioni relative alla limitazione della punibilità dei professionisti sanitari per i soli casi di colpa grave commessi fino al 31 dicembre 2024. Sono allo studio, di intesa con il Ministro della Giustizia, ulteriori misure per rendere strutturale la limitazione della responsabilità dei professionisti sanitari ai soli casi di colpa grave. Sono state predisposte ulteriori misure per incrementare il coinvolgimento degli specializzandi. Infatti, la carenza dei medici va affrontata anche dando maggiore spazio e dignità professionale ai medici in formazione. Questi interventi non possono essere pienamente efficaci se il sistema non dispone di un numero di professionisti formati, adeguato ai predetti bisogni. In tale contesto, nonostante sia stato superato il cosiddetto imbuto formativo, la scarsa attrattività del SSN, in particolar modo di emergenza-urgenza e altre discipline, si riflette sulle scelte dei medici in formazione specialistica. Il fatto che alcune specializzazioni mediche siano meno attrattive non è un problema solo italiano così come non è un problema solo italiano la carenza di infermieri.
    A conferma di quanto sopra, il numero di contratti di specializzazione dell’emergenza urgenza oggi è in calo. Questo trend impone una riflessione. Bisogna avviare le necessarie interlocuzioni con il Ministero dell’Università e della Ricerca e con le Regioni per trovare soluzioni efficaci anche attraverso una specifica valorizzazione degli specializzandi impegnati in quelli che sono i percorsi a loro giudizio meno attrattivi. Con il DL Bollette è stato consentito agli specializzandi di emergenza-urgenza di assumere incarichi libero professionali di collaborazione coordinata e continuativa. Questa facoltà era in via sperimentale fino al 31 dicembre 2025 in relazione agli incarichi presso il PS. Con il DL 3 marzo 2024, n.19 (DL PNRR) è stata estesa la possibilità assumere incarichi libero professionali non solo al servizio di emergenza-urgenza. Il lavoro del Ministero non si è concluso, sono state elaborate altre proposte normative inserite in un Disegno di Legge già approvato in sede di Consiglio dei Ministri e che sarà quanto prima oggetto di esame del Parlamento. Con questo provvedimento si continua a puntare sugli specializzandi. Infatti è stato previsto l’innalzamento del monte ore da dedicare ad incarichi libero professionali anche di collaborazione coordinata e continuativa senza pregiudicare la formazione. Inoltre, al fine di contrastare il fenomeno dei gettonisti, è stata elaborata una proposta per consentire alle Regioni e agli enti del SSN di conferire incarichi libero professionali anche di collaborazione coordinata e continuativa.
  • Sovraffollamento - Un ulteriore aspetto critico del settore di emergenza-urgenza è relativo al sovraffollamento e ai tempi di attesa. L’attuale inefficienza di alcuni servizi di pronto soccorso deriva da uno squilibrio tra domanda di assistenza e risorse strutturali disponibili. Appare critica la disponibilità di posti letto e l’attesa è un'ulteriore criticità del pronto soccorso stesso. A tal proposito occorre tener presente che il numero di accessi impropri in PS ammonta a circa il 40% dei casi. Bisogna quindi far in modo che queste persone possano trovare assistenza presso la medicina territoriale e le sue strutture.
  • Violenza a danno degli operatori sanitari – E’ stato registrato un notevole incremento delle aggressioni e questo fenomeno concorre a rendere sempre più difficili le condizioni di lavoro di tanti operatori. Con l'obiettivo di contrastare questo fenomeno, il Governo con il DL Bollette ha aggravato la pena per coloro che si macchiano del delitto di lesioni personali ai danni degli esercenti una professione sanitaria o sociosanitaria anche nel caso in cui non si tratti di lesioni gravi o gravissime. Sono stati costituiti inoltre posti fissi della polizia di stato presso le strutture ospedaliere pubbliche e private dotate di un reparto di emergenza urgenza. È in atto un ulteriore piano di incremento del numero dei servizi di polizia. Successivamente il Governo ha reso il reato di lesioni a danno del personale sanitario e sociosanitario procedibile d’ufficio. Gli obiettivi di sicurezza sono alla base delle ulteriori proposte normative volte a contrastare gli episodi di aggressione, che attualmente sono in fase di definizione. D’intesa con i Ministeri della Giustizia e dell’Interno, gli uffici del Ministero della Salute sono impegnati nell’elaborazione di una norma che preveda l’arresto in flagranza di reato anche differito per coloro che si rendono responsabili di gravi atti di violenza nei confronti dei professionisti della sanità pubblica. Si tratta di un istituto già sperimentato in relazione ad episodi di violenza negli stadi, che permette di procedere con l’arresto anche nelle 48 ore successive alla condotta delittuosa in caso di documentazione video fotografica dalla quale emerga inequivocabilmente il fatto. L’arresto in flagranza può costituire un valido strumento di deterrenza per un efficace contrasto degli episodi di violenza a danno dei sanitari. Ma si tratta anche e soprattutto di un problema culturale, non si può ignorare come nel tempo si sia degradato il rapporto medico-paziente.
    Oggi, nel primo pomeriggio, finito il Consiglio dei Ministri, si è svolta a Palazzo Chigi una riunione con il Sottosegretario Mantovano, con il Ministro della Giustizia e con il Ministro dell’Interno per arrivare rapidamente a una definizione del provvedimento tracciatoInoltre, si sta vagliando la possibilità di prevedere misure appropriate per filtrare l’accesso dei visitatori e aumentare il numero di videocamere.  
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